Bobotie: il comfort food sudafricano
Se fossimo in Italia, sarebbe la lasagna della domenica: il Bobotie, è il tipico “comfort food” della cucina sudafricana, frutto dell’incrocio di tradizioni tra etnie di origine diversa.
La complessa multietnicità del Sudafrica, nota dolente per il paese a livello storico e politico, è invece uno dei maggiori pregi in cucina, poiché ci regala piatti originali e complessi, nati dall’incontro delle tradizioni gastronomiche dei diversi nuclei di coloni che coesistono sul territorio.
Boeri e Indiani
In questo caso, il piatto è un fortunato mix di tradizioni boere (i discendenti dei primi coloni olandesi, gli Afrikaans) e indonesiane. In Sudafrica infatti circa il 3% della popolazione è di origine asiatica, e in gran parte indiana. Nella zona di Durban ad esempio si mangia dell’ottimo curry.
E il curry infatti entra anche in questa ricetta, regalando una nota esotica ad un piatto rurale e contadino tipico del nord Europa.
Ma questo gastronomico incontro felice tra Europa e Oriente non poteva evolversi a prescindere dal territorio che lo vede nascere, l’Africa, con i suoi sapori caldi e la predilezione per miscelare le carni con le spezie e il dolce aroma della frutta.
Un tocco d’Africa
Così nasce il Bobotie, un pasticcio di carne speziato – di base ci sono curry e alloro, ma ognuno aggiunge spezie a piacere – cotto lentamente, coperto ed irrorato da una morbida crema di latte e uova, e al cui interno ad ogni morso si incontrano guizzi di sapore dati dalla banana, dall’agro della confettura di albicocche o dal chutney, dalla frutta secca.
Lo so, è un piatto complesso, non per tutti. Dovete avere quello che io definisco “un palato un pò avventuroso“, ma se vi fidate e vi lasciate tentare, scoprirete dei sapori antichi ed avvolgenti, che scaldano l’anima, come questo continente.
C’è Bobotie e Bobotie…
Come tutti i piatti di tradizione antica, ogni zona, anzi ogni casa ha una sua ricetta, più o meno ricca, più o meno speziata.
Voi già mi conoscete ed avrete capito che io amo i sapori forti e i piatti complessi, e quindi nella ricetta che vi riporto ho inserito diverse “aggiunte” e varianti” che potrete decidere se utilizzare o meno.
So che a molti magari l’uso della confettura, del chutney (una composta-condimento a base di frutta speziata), o della frutta in un piatto salato potrebbe far arricciare il naso…
Vi dico solo: provate! In cucina bisogna osare!
Buon assaggio!

Bobotie
Ingredienti
- 500 g macinato di manzo
- 2 cipolle bianche
- 1 spicchio aglio opzionale
- 1 panino raffermo ca. 80-100 g
- 250 ml latte
- 2 uova
- foglie di alloro
- 50 g uva passa
- 1 limone
- olio, sale, pepe
- 1 CC marmellata di albicocche
- 1 CC curry
- 1 Cc cardamomo opzionale
- 80 g mandorle opzionale
- 1 banana opzionale
- 1 Cc Masala opzionale
Istruzioni
- Togliere la crosta al pane e ammollarlo nel latte. Ammollare l'uva passa in acqua tiepida.
- Tritare aglio e cipolle e farli appassire in un paio di cucchiai d'olio con una foglia di alloro (se volete, qui potete aggiungere il peperoncino). Unire il curry, lasciar insaporire un attimo e poi aggiungere la carne macinata e far rosolare. Salare e pepare.
- Aggiungere il pane ben strizzato e l'uvetta scolata e mescolare.A piacere unire anche il cardamomo e/o il mix Masala.Portare a cottura facendo asciugare il composto.
- Unire la marmellata di albicocche e il chutney di mango (se lo usate), le mandorle o altra frutta secca (se le usate) e una grattugiata di scorza di limone.
- Versare il composto in una pirofila da forno e livellare.
- Sbattere le uova con il latte in cui si era ammollato il pane e versare sul composto, unendo qualche foglia di alloro.
- Infornare a 180° per ca. 30' o fino a gratinatura.
- Servire con riso basmati o con contorni di verdure/insalata.
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Food writer e viaggiatrice appassionata, ha un passato come musicista, giornalista pubblicista e autrice di saggistica, un Master in Marketing e Comunicazione Digitale e un Diploma da Chef. Ama raccontare i cibi del mondo e le tradizioni gastronomiche di ogni paese, per scoprire i popoli e le “persone” che vi si celano dietro e tutta la condivisione e l’“umanità” che c’è nel sedersi a tavola insieme.
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