Cosa si mangia ad Halloween: le tradizioni e i piatti tipici della festa più paurosa dell’anno.
Cosa si mangia ad Halloween? La zucca! – verrebbe da rispondere.
Troppo facile…
In effetti si tratta dell’ortaggio più gettonato della stagione, ma il motivo per cui di solito la associamo alla festa di Halloween è che la zucca svuotata e intagliata con occhi e bocca in cui si pone un lumino acceso per terrorizzare – scherzosamente – passanti e amici, ne è il simbolo distintivo, riconoscibile ovunque.
E qui sento già qualcuno che dice: “La solita americanata! Che c’entriamo noi con Halloween?”!
Sapete una cosa? Noi c’entriamo eccome!
Vi racconto perchè…
- Halloween NON è una festa americana!
- Samhain, il capodanno celtico e la rapa fantasma
- E quando arriva la zucca?
- La vera storia di Jack O’ Lantern
- Halloween nel mondo
- Dolcetto o scherzetto… ma quale dolcetto?
- La “pagnotta maculata” di Halloween: il Barmbrack
- Il futuro in un piatto
- Come trovare marito celebrando Halloween: il Colcannon
- Pronti per apparecchiare?
Halloween NON è una festa americana!
Ebbene sì, vi sembrerà strano, ma Halloween è una festività la cui tradizione si perde nella notte dei tempi, ed è originaria del Nord Europa, in particolare di paesi come Irlanda, Scozia e Inghilterra. In realtà, vedremo come in quasi tutte le culture del mondo (e in molte regioni d’Italia!) si trova una festività simile celebrata in questo periodo dell’anno, anche se ognuno la chiama in modo diverso.
Samhain, il capodanno celtico e la rapa fantasma
In un tempo lontano, molto diverso da quello frenetico e codificato in cui viviamo, il calendario seguiva i ritmi della natura e l’avvicendarsi delle stagioni.
La primavera e l’estate portavano benessere e ristoro, e servivano per produrre il cibo e le scorte necessarie per affrontare la stagione fredda: si riempivano i magazzini di provviste e si portava a valle il bestiame, preparandosi a chiudersi in casa per molti mesi di freddo e tenebre.
In questo periodo la natura simbolicamente “muore”, per rinascere poi a primavera.
Per i Celti, antica popolazione del nord Europa, era questo l’inizio del nuovo anno, che non cominciava come per noi oggi il 1° gennaio, bensì il 1° novembre, e veniva celebrato con una grande festa chiamata Samhain (si pronuncia Sàuìn), che in gaelico significa “fine dell’estate”.


I villaggi festeggiavano per giorni, accendendo falò e celebrando con canti e danze sfrenate, e travestendosi con maschere e costumi spaventosi per tenere lontani gli spiriti maligni.
Quali spiriti maligni? – direte voi.

In effetti, la leggenda narra che a Samhain il velo che separa il mondo reale da quello soprannaturale si assottigli a tal punto da rendere possibile ad alcuni spiriti il passaggio nel nostro mondo… e non tutti gli spiriti sono buoni!
I travestimenti minacciosi servivano dunque per tenere lontane dai villaggi queste anime in pena erranti.
Si diffuse l’abitudine di intagliare volti mostruosi negli ortaggi e nei tuberi più reperibili e di illuminarli dall’interno con un lumino per renderli più spaventosi: in quel caso si trattava in genere di grosse rape, patate o barbabietole.
In Irlanda, al National Museum of Ireland – Country Life, è possibile ammirare ancora oggi il calco in gesso di una inquietante testa intagliata in una enorme rapa, a cui è stato dato il nome di “rapa fantasma”.
E quando arriva la zucca?
La zucca, quella chiamata “pumpkin” (perché in effetti di zucca ne esistono tante varietà) quella sì che arriva dall’America!
La zucca è di fatto comunemente considerata simbolo di fertilità e di rinascita, di raccolto abbondante. Ma non è per questo che venne scelta.

Per capire come dalle rape si arriva alla zucca di Halloween bisogna risalire alla metà dell’800, quando una terribile carestia si abbatte sull’Irlanda e spinge un numero incredibile di irlandesi a emigrare negli Stati Uniti, in cerca di un futuro migliore.
Nel nuovo mondo questi emigrati fondano le loro comunità, e mantengono le loro tradizioni, compresa quella dell’ “All Hallows’ Eve” cioè la vigilia di Tutti i Santi (“hallow” è un’antica parola inglese che significa appunto “santo”… da qui, è facile intuire come l’uso comune abbia portato alla storpiatura del nome antico, fino a farlo diventare l’attuale “Halloween”).
Ma in America, molto più comuni delle loro grosse rape sono le zucche, che si scoprono essere molto più facili da intagliare delle rape e delle patate e molto più grandi e scenografiche, e che quindi vengono subito adottate come sostituto, diventando poi nel tempo il vero simbolo di questa festa.
E’ questo il motivo per cui ad Halloween si mangiano molti piatti a base di zucca? Sì e no.
In realtà alcune qualità di zucca usate per le decorazioni di Halloween (quelle più piccole, di forma più tondeggiante) non sono molto buone da mangiare.
Quelle più grosse e costolute invece sono ottime, e una volta svuotate bisogna trovare un modo per non buttarne via la polpa.

E così, ecco comparire sulla tavola, “pumpkin pie” (la torta di zucca), muffin alla zucca, purea di zucca, zucca arrostita… e così via.
Ma vedremo più avanti che, parlando di “cosa si mangia ad Halloween”, la tradizione offre parecchie alternative extra-zucca molto gustose.
La vera storia di Jack O’ Lantern
L’avrò sentita raccontare mille volte: ogni volta è diversa.
Per chi non lo sapesse, “Jack O’ Lantern” è il nome della zucca. Quella di Halloween ovviamente… quella intagliata e con il lumino dentro.

Come tutte le leggende popolari, non ne esiste una versione ufficiale, anche se sono tutte molto simili.
Si narra di un certo Jack, a volte un agricoltore, altre volte un fabbro, ma di certo sempre avaro e dispettoso, che un giorno incontra il diavolo e riesce ad imbrogliarlo in vari modi (una volta trasformandolo in una moneta d’argento e imprigionandolo nella sua tasca, un’altra intrappolandolo su un albero…), riuscendo a strappargli la promessa di salvarlo dall’Inferno e non reclamare la sua anima, in cambio della sua liberazione.
Il diavolo accetta, e Jack continua la sua vita sregolata e peccaminosa, sicuro della sua impunità.
Ma alla sua morte, a causa dei suoi molti peccati gli viene negato l’ingresso in Paradiso, e il diavolo, ligio alla sua promessa, lo scaccia anche dall’inferno, e lo condanna a vagare per sempre come anima errante. Jack allora si lamenta del freddo e del buio, e il diavolo gli tira un tizzone ardente dall’inferno, che lui mette in una grossa rapa scavata per farsi luce sulla via.
La rapa, come abbiamo visto, nel tempo divenne zucca, si trasformò in una lanterna, e prese il nome del personaggio: Jack O’ Lantern appunto, cioè Jack della Lanterna, l’anima dannata ed errante che si aggira intorno ai villaggi nella notte di Ognissanti terrorizzando gli abitanti.
La letteratura fantastica ha poi aiutato molto a diffondere questa festa, pensiamo a racconti come ad esempio “La leggenda di Sleepy Hollow” di Washington Irving, solo per citare un titolo.
E poi sicuramente, quelli che come me hanno avuto l’infanzia allietata dalle strisce dei fumetti dei Peanuts di Charles M. Schulz – sto parlando ovviamente di Linus, Charlie Brown, Snoopy e compagnia – non possono dimenticare il povero Linus in eterna attesa del Grande Cocomero (nella versione originale è The Great Pumpkin) nel campo di zucche la notte di Halloween!
Halloween nel mondo
E’ curioso notare come in moltissime culture, in tutto il mondo, si ritrovino usi e costumi incredibilmente simili riferiti alla celebrazione della festa dedicata alle anime dei defunti, e tutte hanno a che fare con il cibo.
In origine, la sera di Halloween era usanza comune lasciare fuori dalla porta del cibo per spiriti dell’aldilà, un pò come ringraziamento per i raccolti della stagione estiva, ma soprattutto per non indispettirli. Spesso si trattava di ciotole di latte, acqua, frutta, pane o focacce, posti vicino a delle lanterne illuminate.
Questa tradizione è presente ancora oggi in molti paesi del nord Europa, o altri come l’Austria, o persino la Cina, dove si usa lasciare cibo vicino alle foto di parenti e amici defunti.

In altri casi invece sono proprio gli stessi spiriti, impersonati in genere da bambini o ragazzi con spaventosi travestimenti, ad andare di casa in casa a chiedere cibo (“dolcetto o scherzetto?”) promettendo in cambio di non giocare brutti tiri ai proprietari.
Una tradizione solo americana? In realtà no: con nomi e varianti diverse, la stessa usanza, zucca compresa, è presente in antichi rituali e feste di moltissime regioni italiane, come la Sardegna, la Toscana, il Lazio, l’Emilia, la Liguria, il Veneto…
Negli Stati Uniti, uno dei paesi dove Halloween è più sentito, il tema “terrificante” del rituale è andato via via scomparendo per lasciare spazio al lato più festoso della tradizione, ed è diventato persino un modo per consolidare i legami di comunità nei vari quartieri, favorendo la socializzazione tra vicini di casa. I genitori accompagnano i bambini a bussare di casa in casa con la parola d’ordine “dolcetto o scherzetto” e vengono in cambio accolti da cesti pieni di caramelle, biscotti e dolciumi vari.
Ma c’è una regola: non si bussa alla porta di chi non ha esposta fuori una zucca illuminata!
E poi ci sono le parate (per gli americani ogni scusa è buona per una bella parata!).

Se il 31 ottobre siete a New York non potete perdervi la grande “Halloween Parade” del Village, un grande carnevale in cui tutte le diverse etnie della città si riversano in strada mascherati in rappresentanza del proprio paese d’origine, e si canta e si balla per tutta la notte.
A questa parata, su territorio americano possono fare concorrenza solo quella, famosissima, di Salem (il paese delle streghe!) e quella di New Orleans, qui seconda solo ai festeggiamenti del Mardi Gras.
Ma uno dei paesi dove la tradizione di Halloween è quasi un’istituzione è sicuramente il Messico. I festeggiamenti per il Dia de Los Muertos si protraggono per diversi giorni, con feste a tema, balli mascherati, musica, tequila e cibo a volontà, tra cui il tradizionale Pan de Los Muertos, un pane rotondo semidolce, decorato con una croce, che viene preparato unendo all’impasto semi di anice.


Tanti cibi diversi, quindi, per placare spiriti inquieti ed attirare la loro benevolenza, a dimostrazione che i piaceri della buona tavola varcano anche i confini dell’umana approvazione…
Ma quindi cosa si mangia esattamente ad Halloween in giro per il mondo?
Dolcetto o scherzetto… ma quale dolcetto?
Cominciamo dalle proposte dolci, sicuramente grandi protagoniste di tutte le festività, in cui ci si permette un pò di trasgressione.

Se ai bambini che bussano di casa in casa vengono normalmente offerti cioccolata e caramelle, biscotti e bastoncini di zucchero, nelle parate e nei festival di strada non possono mancare le coloratissime e luccicanti mele caramellate, mentre nelle case americane in questa occasione la parte del leone la fa la tradizionale Pumpkin Pie, la torta di zucca per eccellenza, un guscio di pasta frolla riempito con una dolce crema di zucca aromatizzata a piacere con spezie come cannella, noce moscata o zenzero, e che viene servita con ciuffi di panna montata o panna acida semi montata.
Anche i muffin alla zucca sono molto apprezzati, così come la crema di zucca speziata (molto simile al ripieno della Pumpkin Pie), servita calda, magari accompagnata da biscotti.
Ma come abbiamo visto, ad Halloween il cibo assume una importante funzione simbolica, e quindi, quale cibo più simbolico del pane?
I pani di Halloween – in genere preparazioni semi-dolci – si ritrovano in tutte le tradizioni, in tutto il mondo.
Abbiamo già detto del Pan de Los Muertos messicano, ma anche in Italia lo abbiamo, in diverse forme: due su tutti, il Pan dei Morti lombardo e il Pan co’ Santi senese.
Anche i biscotti vanno forte, e ai tipici cookies americani decorati, o ai brownies in versione Halloween, in Italia controbattiamo con dolcetti come le Rame di Napoli (che a dispetto del nome sono biscotti catanesi dal cuore morbido al cioccolato, tipici di Ognissanti), o le Ossa di morto, anch’essi siciliani, fatti con farina e zucchero e aromatizzati con chiodi di garofano e cannella, così come le Fave dei Morti, tipiche di Perugia (ma troviamo biscotti simili in diverse altre regioni). A Napoli poi troviamo il Torrone dei Morti, un torrone morbido a base di cacao e frutta secca e candita.
La “pagnotta maculata” di Halloween: il Barmbrack
Parlando di pani tradizionali di Halloween non possiamo che tornare indietro alle origini e citare il Barmbrack, il tradizionale pane irlandese della vigilia di Ognissanti.
Il nome Brambrack sembrerebbe derivare dal gaelico e significa “pagnotta maculata”, a causa dell’aspetto interno di questo pane, interamente farcito di frutta candita e uva passa.

Altri pensano invece che “barm” si riferisca al nome dato alla schiuma della birra: in epoca antica infatti in Irlanda non si conosceva il lievito (ancora oggi è tipico il pane irlandese lievitato con il bicarbonato di soda), e la schiuma della birra assolveva bene questo compito.
Anche il latte scarseggiava, e quindi in questo pane semplice per amalgamare gli ingredienti si usava il tè…ed il whisky naturalmente; quello, per gli irlandesi non può mancare.
Infatti, questo pane in Irlanda è comunemente conosciuto come “tea loaf”, letteralmente “pagnotta di tè”.
Ora ovviamente molte ricette moderne prevedono il latte tra gli ingredienti, per rendere l’impasto più morbido, e per la lievitazione si usa il lievito per dolci. I consigli di preparazione dicono di servirlo leggermente tostato e velato di burro.
Il futuro in un piatto
Quasi tutti i piatti della tradizione di inizio anno (vi ricordate? Halloween deriva da Samhain, il Capodanno celtico…) vengono usati per predire in qualche modo il futuro e la tendenza del nuovo anno che sta per iniziare e, magari, propiziarlo.
Il Barmbrack non fa eccezione: nell’impasto infatti era d’uso nascondere svariati oggetti, ognuno con un preciso significato per chi lo avrebbe trovato…sotto i denti!
Gli oggetti erano: una moneta, un pezzo di stoffa, un bastoncino, un fagiolo, un pisello e un anello.
La moneta avrebbe predetto buona fortuna economica, il pezzo di stoffa invece un futuro da straccione, il bastoncino un matrimonio infelice, il fagiolo una vita di povertà, il pisello nessun matrimonio entro l’anno a venire, e in ultimo, l’anello un matrimonio in vista.
A parte il rischio per i denti, quasi tutti gli oggetti sono nel tempo caduti in disuso e oggi si usa mettere solo l’anello.
Come trovare marito celebrando Halloween: il Colcannon
Di sicuro nelle società di un tempo il trovare presto un marito era la preoccupazione primaria per le giovani donne e non stupisce che i piatti tradizionali siano in qualche modo legati a predizioni e scaramanzie popolari a riguardo.
Se quindi non avete trovato l’anello nel Barmbrack, niente paura, c’è un’altra possibilità: il Colcannon!

Si tratta in realtà di un piatto salato risalente alle antiche tradizioni di Samhain e poi modificato utilizzando come ingrediente principale le patate (che arrivano in Irlanda solo nel XVI secolo ma presto divengono alimento base sulle tavole locali).
La preparazione ricorda quella di un purè di patate arricchito con cavolo riccio (o verza) appena scottato, latte, burro e cipollotto affettato.
Si dispone caldo nel piatto creando una sorta di avvallamento nel centro, per accogliere una noce di burro che si scioglie mentre si degusta il piatto.
Ma il marito promesso?
Ebbene sì, anche qui dobbiamo dire “attenzione ai denti”, perchè secondo tradizione vi si può nascondere all’interno un anello (matrimonio imminente), un ditale (zitella in vista), o una moneta (ricchezza).
In alcune comunità si racconta che le donne appendessero una calza alla porta e vi mettessero dentro un cucchiaio della loro porzione di Colcannon: il primo uomo a varcare quella porta sarebbe stato il loro futuro marito.
Un pò rischioso forse a detta nostra, ma all’epoca probabilmente l’urgenza di sistemarsi prevaleva sulla felicità coniugale!
E comunque sembra che un buon Colcannon all’epoca fosse considerato il modo migliore per conquistare il cuore di un uomo…
Anche all’epoca, li prendevamo per la gola!
Pronti per apparecchiare?


In conclusione, cercando di scoprire cosa si mangia ad Halloween abbiamo vagato un pò per il mondo in cerca delle origini di questa festa e dei piatti ad essa dedicati, scoprendo che in fondo, questa tradizione ci appartiene più di quanto potevamo pensare.
Tra pani farciti, biscotti, zucca declinata in versione dolce e salata e piatti di tradizione antica, c’è veramente l’imbarazzo della scelta.
E se volete mettervi alla prova, a brevissimo troverete alcune delle ricette che vi ho raccontato nella sezione “ricette dal mondo” del sito…
Buon Halloween!

Food writer e viaggiatrice appassionata, ha un passato come musicista, giornalista pubblicista e autrice di saggistica, un Master in Marketing e Comunicazione Digitale e un Diploma da Chef. Ama raccontare i cibi del mondo e le tradizioni gastronomiche di ogni paese, per scoprire i popoli e le “persone” che vi si celano dietro e tutta la condivisione e l’“umanità” che c’è nel sedersi a tavola insieme.
Eccellente panoramica delle tradizioni di questa festività nei vari Paesi.
Grazie Elsa!
Veramente un articolo ben scritto, piacevole e molto interessante per scoprire cose non proprio note, almeno da parte mia.
GRAZIE per questa profusione di saperi.
Grazie Anna Maria! Mi fa davvero piacere! Grazie per il tuo commento!
Una vasta e completa panoramica di questa festa e un po’ di chiarezza su significati e contenuti
Grazie vicepadre!😊