Torta “Tres leches” (Torta ai tre latti)
Questo dolce maestoso e scenografico in Messico è tipico delle grandi occasioni, come matrimoni e battesimi, o delle festività celebrate in famiglia.
Qui vi segnalo la ricetta di un noto chef messicano, che ricalca il modo in cui in genere la torta viene preparata in famiglia.

Torta Tres Leches (Torta ai tre latti)
Equipment
- stampo a cerniera di 20 cm di diametro
Ingredienti
- 130 g farina autolievitante
- 200 g zucchero
- 2 cucchiaini lievito per dolci
- 3 uova
- 1 cucchiaio estratto di vaniglia
- 250 ml latte intero
- 250 ml latte condensato
- 250 ml latte concentrato (se non lo trovate, sostituire con pari panna da cucina) * vedi Note.
- 200 ml panna da montare
fragole per guarnire (o altra frutta)
Istruzioni
- Separare i tuorli dagli albumi e cominciare a mescolare gli albumi leggermente, senza far formare la schiuma.
- Unire anche i tuorli cominciando a sbattere per 1-2 minuti.
- Unire l'estratto di vaniglia, lo zucchero, la farina e il lievito, aspettando che ogni ingrediente sia stato assorbito prima di aggiungere il seguente.
- Una volta miscelato, versare il composto nella teglia a cerniera precedentemente imburrata e infarinata.
- Cuocere in forno preriscaldato a 150° per circa 30-35 minuti (a seconda del forno). Poi lasciare raffreddare completamente senza togliere dallo stampo.
- Nel frattempo preparare la crema i tre latti frullandoli insieme in un mixer per ca. 2 minuti.
- Sformare la torta ormai fredda e bucherellarla in superficie con una forchetta o uno spiedino.
- Versare la crema a i tre latti sulla torta e lasciare riposare per permettere alla torta di assorbire tutto il liquido (ci vorranno 10-15 min).
- Ricoprire la torta con panna semi-montata e decorare con frutta a piacere.
Note
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Food writer e viaggiatrice appassionata, ha un passato come musicista, giornalista pubblicista e autrice di saggistica, un Master in Marketing e Comunicazione Digitale e un Diploma da Chef. Ama raccontare i cibi del mondo e le tradizioni gastronomiche di ogni paese, per scoprire i popoli e le “persone” che vi si celano dietro e tutta la condivisione e l’“umanità” che c’è nel sedersi a tavola insieme.
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